sabato 7 gennaio 2012

giovedì 5 gennaio 2012

lo stato uccide l'ippica

Siamo arrivati alla resa finale: lo Stato taglia 100 milioni di euro e mette l’ippica italiana nelle condizioni di dover chiudere. La recessione in corso ci ha abituati a vedere sui telegiornali lavoratori e sindacati che si battono, spesso con l’appoggio della popolazione, contro la chiusura di fabbriche a difesa dei posti di lavoro, anche di poche centinaia di lavoratori. Nel nostro caso sono in ballo migliaia e migliaia di persone che saranno a breve senza lavoro, con effetti disastrosi anche sull’indotto. Non si tratta di una crisi di aziende private che chiudono per errori propri, ma è lo Stato che fa fallire l’ippica, mette sul lastrico migliaia di famiglie e manda al macello oltre 15mila cavalli privilegiando giochi d’azzardo pericolosi per i giovani e le loro famiglie. Lo Stato, dopo aver gestito in maniera distruttiva le scommesse ippiche attraverso l’AMMINISTRAZIONE AUTONOMA DEI MONOPOLI DI STATO (A.A.M.S.), ha deciso di non sostenere più il settore. Non si chiede un contributo per un settore in crisi, come impropriamente si vuol far credere, ma di un oggettivo risarcimento per i danni provocati dalla politica dissennata di AAMS e di un riconoscimento e una remunerazione per aver costruito sulle reti di distribuzione delle scommesse ippiche buona parte del grande sviluppo del “GIOCO PUBBLICO” che chiuderà il proprio bilancio 2011 con oltre 80 miliardi di Euro di movimento (di cui circa 11 per l’erario).